Manca la cultura della verifica (e dell’antimafia). Ma ci sono speranze.

di Carlo Piccini

(articolo pubblicato su http://www.cittafutura.al.it)

Ad oltre due settimane di distanza dall’”audit” di verifica promosso da Libera Alessandria, protagonisti il Sindaco uscente Rita Rossa e i media locali in veste di “auditor”, l’iniziativa suscita ancora dibattito e interesse. Se ne è anche parlato in un recente e positivo incontro tra Associazione Libera e Associazione Città Futura lo scorso 27 gennaio.

Per chi non avesse seguito la storia dall’inizio, la piattaforma politica AL10 era un esperimento di democrazia partecipativa pura, promosso da Libera Alessandria in occasione delle scorse elezioni amministrative del 2012.

Dieci proposte per il governo della città che non erano il risultato del pensiero solitario di un singolo colto osservatore della realtà alessandrina, o la campagna di un partito, ma il frutto di mesi di elaborazione partecipata, con selezioni e compromessi, da parte di una quindicina di diverse associazioni cittadine, svoltasi tra l’estate e l’autunno 2011. Ciò ne fa un documento molto complesso e prezioso, non solo a livello di contenuti, ma soprattutto per il processo di realizzazione e condivisione che lo aveva formato. Un tentativo di partecipazione peraltro riproposto proprio in questi giorni anche dal Movimento Cinque Stelle di Alessandria, con i loro dieci punti per governare, anche se in questo caso si tratta più di finalità elettorali e non solo partecipative.

Ma perchè Libera si era imbarcata in questa pericolosa acrobazia? Libera non si deve occupare solo di mafie? Che c’entrano i partiti politici? Qualche malizioso sorriderà.

In effetti tutte queste iniziative di verifica e di monitoraggio civico disturbano da sempre gli affari delle mafie, le quali di norma prima reagiscono attraverso i loro sponsor ed i loro prestanome per tentare di delegittimare e screditare ogni forma di partecipazione democratica, poi passano all’intimidazione fino ad arrivare, nei territori a più elevato controllo criminale, alla violenza fisica.

Un buon antidoto per non lasciare che la nostra società si rassegni alle deleghe in bianco ai capi-bastone di turno, è proprio verificare e monitorare il lavoro dei politici e degli amministratori democraticamente eletti, chiunque essi siano e quale che sia il loro colore.

E’ quello che Libera Alessandria ha fatto venerdì 13 gennaio 2017 nella sala conferenze dell’Associazione Cultura&Sviluppo, quando a cinque anni dagli impegni assunti durante la campagna elettorale dall’attuale Sindaco (vedi qui le video interviste di TUTTI i candidati del 2012), era infatti necessario formalizzare una verifica su quanto effettivamente realizzato durante il quinquennio di mandato.

È evidente che, così come le dieci proposte erano state sottoscritte da TUTTI e 16 i candidati sindaco del 2012, seppur con dei distinguo sui singoli punti, la verifica sul lavoro svolto in questi cinque anni non poteva che essere fatta con quello che, dei sedici, aveva poi vinto le scorse elezioni amministrative, cioè Rita Rossa. Semplice e banale da comprendere. Ma forse non per tutti.

Libera è una associazione di promozione sociale di secondo livello, ovvero una associazione di associazioni, apartitica da statuto e per necessità. Nel senso che essa è composta da figure giuridiche di diverse provenienze, finalità e orientamenti politici, dove però l’obiettivo comune a tutti è la legalità democratica e l’antimafia sociale in ogni sua forma, nella piena consapevolezza che il contrasto alle mafie non può essere delegato unicamente a Magistratura ed eroi solitari.

Ma ciascun socio collettivo aderente a Libera è legittimamente autonomo ed indipendente per quanto concerne tanti altri aspetti anche rilevanti della vita sociale, che siano le TAV, i referendum costituzionali o la democrazia elettiva. In questi casi Libera diventa occasione e spazio di confronto e di dibattito, anche tra diversi, fermi restando gli scopi comuni ed i principi fondativi condivisi. Coloro che a seguito dell’iniziativa del 13 gennaio si sono subito affannati in diffamazioni superficiali e di comodo su presunti ruoli di fiancheggiamento di Libera ad un partito piuttosto che ad un altro, evidentemente o sono gravemente disinformati, o volutamente in malafede.

La questione è che i nostri politici si sono abituati a fare promesse elettorali che poi nessuno verifica. Ciò è soprattutto colpa della nostra cultura fatta di deleghe e di disimpegno, che tra l’altro è proprio il modello culturale di cui le mafie hanno più bisogno per poter sottomettere i “sudditi” delle loro società feudali e rassegnate.

Manca la cultura della verifica. Quasi nessuno verifica le promesse elettorali a fine mandato e, quando qualcuno ci prova, emerge una grande inadeguatezza nel distinguere, per non confondere, un momento di “verifica” da uno di “lancio”, cosa che in genere anche gli scout apprendono già nella prima adolescenza.

All’indomani del 13 gennaio qualcuno titolava: “Rossa, prima uscita da candidato”, quando in altre culture, apprezzando e soprattutto capendo il senso dell’iniziativa, sarebbe stato certamente più “notiziabile” titolare: “Rossa, prima verifica come Sindaco uscente”. Ma come già detto, in Italia, anche tra i migliori, manca la cultura della verifica.

Libera è da sempre in prima fila contro TUTTE le espressioni della criminalità mafiosa e lo è soprattutto nelle scuole, come parte civile nelle aule dei Tribunali ed accompagnando vittime e testimoni alla denuncia.

Sulle TAV viene richiesto di ribadire concetti chiari, che il presidente di Libera Luigi Ciotti ripete ormai da anni. http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/6062

Gli ecoreati sono un problema prioritario che va anche oltre alla criminalità organizzata ed è ovvio che le grandi opere sono comunque da sempre nelle mire delle mafie. Su questo molte associazioni aderenti a Libera sono in prima fila, a partire da Legambiente (socio fondatore di Libera sia a livello nazionale, sia locale), altre lavorano nelle scuole e con le Università per una consapevolezza culturale basata sullo studio e l’analisi delle ordinanze, delle sentenze e dei fatti di cronaca. Altre si impegnano nella costruzione di Osservatori indipendenti diffusi sul territorio e in contatto con le FF.OO.. Alcuni partecipano a cortei e manifestazioni. Tutte le associazioni aderenti a Libera sono preoccupate per il Terzo valico e ritenengono prioritaria la lotta alle infiltrazioni criminali. Alcune ritengono che l’opera sia solo un danno ambientale senza precedenti, altre che sia anche una opportunità per creare lavoro e sviluppo. Tutte posizioni discutibili ma legittime.

Illegittime e inaccettabili sono le mafie, la corruzione, le diffamazioni, il ricorso alle varie forme di violenza e la mancanza di dialogo nei territori.

Però sono anche tutti d’accordo che serve a poco stracciarsi le vesti online, senza poi denunciare fatti e circostanze anche alla Magistratura e all’Anac. E non si può fischiettare alle nuvole tutte le volte che si deve avere a che fare anche con lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, il caporalato, la tratta, l’usura, il pizzo, il traffico di armi, i beni confiscati sulla carta e poi lasciati in mano ai mafiosi. O autocensurare e rimuovere dalla coscienza collettiva le sentenze di Cassazione sulle condanne alessandrine per 416bis, come è stato trasversalmente fatto nel 2015. [Penale Sent. Sez. 5 Num. 31666. Anno 2015. Presidente: Lapalorcia Grazia. Relatore: Bruno Paolo Antonio. Data Udienza: 03/03/2015].

Ma torniamo al 13 gennaio 2017. Per effettuare la verifica con il sindaco uscente Libera Alessandria ha sperimentato la formula dell’”audit” ovvero una valutazione da parte di soggetti indipendenti (in questo caso come “auditor” sono state interpellate dieci firme dell’informazione locale e regionale, moderate dall’impeccabile Marco Ciani di Appunti Alessandrini) che hanno posto domande sia generali che specifiche al Sindaco sulla piattaforma AL10, con tempi definiti per le risposte.

Una formula forse un po’ troppo “anglosassone” per la sensibilità e le consuetudini nostrane, ma che si è rivelata forse la migliore possibile visti i tempi e la vastità degli argomenti.

Il termine “audit” tuttavia non è una americanata o un anglicismo, ma un termine latino adottato anche dalla norma UNI EN ISO.

Rita Rossa ha risposto puntualmente nel merito e, a fine serata, ha dato ai presenti la disponibilità di rispondere ad ulteriori domande e richieste di approfondimenti che dovessero pervenire successivamente.

In ogni caso, da sottolineare intanto alcuni risultati positivi ma anche alcune carenze, come ad esempio sulla piena accessibilità pubblica e trasparenza del sito internet del Comune (punto 5 di AL10). Ma di rilievo anche la disponibilità di valutare, con l’ufficio legale del Comune, la possibilità di costituirsi parte civile nei processi penali contro attività criminali di stampo mafioso (punto 3 di AL10), che dovessero confermarsi a seguito delle recenti operazioni condotte da FF.OO. e Magistratura sul nostro territorio (Triangolo 2015, Alchemia e Arka di Noè 2016, riguardanti importanti implicazioni ‘ndranghetiste su reati ambientali e terzo valico).

Le mafie si sono già radicate anche al nord da almeno ventanni. All’indispensabile componente politica rappresentativa, sostiene da sempre Libera, una società democratica che si dica convintamente antimafia deve riscoprire anche la sua componente partecipativa e corresponsabile. Per questo è importante che il monitoraggio civico diventi, prima possibile, una cultura di verifica diffusa e trasparente. Anche Città Futura ha confermato la sua disponibilità ad unire le forze su questo ed è un fatto davvero positivo, per la reputazione, le competenze e le potenzialità che questa Associazione può mettere in campo. Davvero un motivo di speranza in più per gli obiettivi comuni di legalità democratica e antimafia sociale di questa città. A questo proposito Libera Alessandria fa sapere che tutti volendo possono ancora partecipare alla verifica del lavoro svolto dall’attuale Amministrazione che si stanno ancora raccogliendo all’email alessandria@libera.it osservazioni o richieste di approfondimento – sulla piattaforma AL10 – da inoltrare alla Giunta Comunale.

Il prossimo grande appuntamento sarà a Verbania, il 21 marzo 2017, per la XXII giornata delle memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che Libera ha istituito dal 1995. Un’occasione unica nel nostro paese per ricordare le oltre 900 storie di coloro che la violenza e la cultura mafiosa hanno portato via ai loro cari e alla nostra democrazia, per stringerci accanto ai familiari che chiedono ancora verità e giustizia, e per ricordare ad ognuno di noi l’importanza di una lotta sinergica alle organizzazioni criminali, unendo le forze e dove ognuno deve fare la sua parte “per quello che può e per quello che sa” come ci ha insegnato Paolo Borsellino.

 

 

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